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La cornice da tavolo: mobile e discreta

Una cornice portatile

Hai voglia di arredare casa con immagini incorniciate, ma la prospettiva di dover fare buchi alle pareti ti fa perdere ogni slancio creativo? O sei in una casa temporanea e l’ennesimo trasloco è all'orizzonte? Se l’ambiente che vuoi arredare non è la tua fissa dimora, non proveremo certamente a convincerti dei vantaggi del binario per quadri, un dispositivo che rende certamente più semplice cambiare periodicamente la disposizione dei quadri, ma che ha bisogno comunque di una parete fissa. Ti invitiamo, invece, a considerare un’alternativa alle cornici da appendere: le cornici da tavolo.. Grazie alla sua mobilità, queste saranno in grado di seguirti in tutte le tue peregrinazioni, sia che ti portino da una stanza all'altra nel corso di una giornata, sia che ti conducano da una casa all'altra nel corso di anni di vita nomade.

E se sei una persona sedentaria non devi certo trattenerti da approfittare della gioia della mobilità. Che le pareti di casa siano o meno già coperte di cornici, nulla ti impedisce di perfezionare il tuo arredamento, appoggiando immagini incorniciate sui davanzali, sul comodino o contro i libri in uno scaffale. Questa soluzione sarà particolarmente azzeccata se si tratta di un formato modesto che, a meno che non faccia parte di una composizione murale, risulterebbe un po’ sprecata da sola su un muro troppo grande.

E poi, non si può escludere che tu non sia troppo attaccato alle fotografie in questione per lasciarle a casa, quando parti per un viaggio che duri qualche giorno...
Personalizza la camera d'albergo o la casa al mare in un batter d’occhio, spargendo qua e là i ritratti che hai più a cuore e che avrai senz’altro fatto lo sforzo di mettere in valigia. Credi che siano troppo ingombranti? Sappi che esistono anche portaritratti mini per fototessere, sicuramente ideali se vuoi ricreare l’atmosfera di casa altrove senza appesantire la valigia!

Il supporto della cornice

Nel vocabolario del mondo delle cornici quello che differenzia la cornice da tavolo dalla cornice tradizionale è innanzittutto una questione di formato: la cornice da parete ha generalmente dimensioni medie, grandi o grandissime, mentre la cornice da tavolo è tipicamente di formato piccolo. Ma a contare da quale dimensione si comincia a considerare una cornice come piccola? A quanti interesserebbe avere un resoconto dettagliato in merito, consigliamo la lettura del nostro articolo sulle dimensioni ideali di una cornice, ma per offrire in questo luogo una risposta succinta, generalizziamo dicendo che convenzionalmente si considera il formato A4 come la linea di demarcazione al di là della quale non si può più definire una cornice come “da tavolo”. Per tale motivo è prassi di mercato di dotare di supporto esclusivamente le cornici di dimensioni inferiori all’A4, questo supporto possiede una punta in grado di tenere il quadro sia in posizione verticale (formato ritratto) che in orizzontale (formato paesaggio).

Parte posteriore di cornice in FDM con supporto

Cornici da appendere, cornici da appoggiare

Anche una cornice di grandi dimensioni può essere appoggiata

Va detto, però, che è ormai sempre più frequente vedere cornici dotate di supporto, ma provviste anche di attaccaglie, in linea con quanto osserviamo a proposito della moda delle composizioni di quadri, che non sembra pronta ad affievolirsi. Se ormai è pratica comune appendere cornici di piccole dimensioni alle pareti o, ancora più spesso, a binario per quadri, perché mai, in maniera inversa, le cornici di grande formato non potrebbero essere “appoggiati” come si fa con quelli di dimensioni più ridotte? Chiaramente queste ultime non saranno provviste di supporto, poiché destinate esclusivamente a essere appese al muro, eppure nulla vieta di trasformarle in “cornici da tavolo” appoggiandole su un mobile o addirittura a terra se sono molto grandi, accostate con disinvoltura alla parete: questo aspetto provvisorio darà un’aria da artista bohémien all’arredamento di casa e l’inclinazione delle cornici suggerirà movimento, facendo contrasto con l’inevitabile prevalenza di angoli dritti caratteristica dell’arredamento contemporaneo.

Nota però che questo tipo di sistemazione deliberatamente precaria non sarà certo ideale se la stanza in cui dovrebbe trovarsi è il parco giochi di bimbi vivaci, soprattutto nel caso in cui sia la cornice per una specchiera o comunque se il vetro della cornice non è sintetico: un attimo di disattenzione e poi sette anni di disgrazie! Il miglior modo per evitare questo è di esporre i quadri di medie e grandi dimensioni sopra gli scaffali, se l’altezza del soffitto lo permette. Le opere saranno allora in bella vista, ma soprattutto al sicuro. Gli specchi andrebbero invece appesi o, altrimenti, si potrebbe pensare a una specchiera da terra (la famosa psiche)

La cornice da tavolo: il portaritratti

L’espressione “cornice da tavolo” non permette dubbi in merito all’idea dietro questo oggetto: il suo destino è di essere messa su una superficie orizzontale. Ovviamente non c'è nessuna regola che proibisca di usare una superficie diversa da un tavolo. La cornice da tavolo è nota spesso come portaritratti, un sinonimo che rende chiaro quale sia il tipo di soggetto che ci si aspetta di trovare. E questo non certo perché il ritratto sia un genere che si presta solo ai formati più piccoli. Gli abbondanti esempi di ritratti dalle dimensioni considerevoli di cui sono pieni i musei sono pronti a provare il contrario. Basta pensare al famoso quadro di Luigi XIV con gli abiti dell'incoronazione, che misura quasi due metri per tre e ci mostra un Re Sole più alto di quanto non fosse in realtà... Le dimensioni relativamente più modeste delle nostre case ci impongono una certa moderazione, chi non ha mai fatto ingrandire la foto di una persona cara per incorniciarla e darle un posto di riguardo su una parete di casa? Ma, giustamente, proprio perché c'è bisogno di ingrandire l’immagine possiamo capire che il formato “naturale” del ritratto si avviciinerà sempre a quello di una cartolina... Non bisogna poi dimenticare che il ritratto è stato la vocazione originale della fotografia : le prime cornici con supporto si sono diffuse con l’avvento del dagherrotipo durante il diciannovesimo secolo e non è quindi un caso se la "cornice da tavolo” e “portaritratti” hanno finito per essere sinonimi.

I portafoto in commercio sono concepiti secondo i formati fotografici standard restando quindi fedeli al loro uso originale. È interessante notare come, in un’epoca come la nostra dove, da un lato la fotografia paesaggistica ha ormai acquisito da tempo una notevole importanza e, dall’altro, più di tre miliardi di immagini vengono scambiate nel mondo ogni giorno sulla rete. il ritratto (e non i selfie che si mettono sui social) resta, proprio come nell’Ottocento, il soggetto numero uno delle cornici da tavolo: le foto di famiglia o di gruppo sono generalmente in formato orizzontale, quelle individuali o scattate da un fotografo al matrimonio in formato verticale...

Proprio come un secolo fa, non solo si facevano ingrandire le foto di famiglia, ma era uso comune di farle ritoccare, colorare e incorniciare in modo sfarzoso per darle l’aria di un quadro d’altri tempi, oggi apprezziamo particolarmente i ritratti in bianco e nero: a ogni epoca il suo vintage!

Cornici piccolissime

Cornice doppia 3,5 x 4,5 cm
Cornice mini in stile barocco 5 x 7 cm
Cornice mini in mogano 5 x 7 cm
Cornice mini in legno di quercia 5 x 7 cm

Cosa mettere nella cornice?

A colori o in bianco e nero, di solito si tratta comunque quasi sempre solo di ritratti. I paesaggi, soprattutto i panorami, avranno un effetto ben diverso se ammirati in grande formato. Questo non vuol dire, però, che i soggetti naturali e i portaritratti non possono essere comunque abbinati, soprattutto nel caso in cui il soggetto consista in un dettaglio paesaggistico: un fiore, un albero, la sezione di un muro. Un portaritratti è un vero e proprio scrigno adatto a qualunque tipo di opera d’arte grafica di piccole dimensioni: perché non incorniciare, per esempio, un francobollo da collezione? Lo si potrà fare sia inserendo un passepartout in una cornice di formato standard (9 x13 o 10 x 15 cm), sia usando una cornice mini da 5 x 5 cm.

Regalare una cornice da tavolo

Portaritratti dorato

Perché non regalare una cornice a una persona cara? Per un’occasione speciale per qualcuno che amiamo e di cui conosciamo bene i gusti in fatto d’arte, si potrebbe pensare di scovare un'opera d’arte da incorniciare con cura. Una bella cornice di qualità può essere, anche da sola, un eccellente regalo e si darà, in questo modo, la possibilità al destinatario di decidere autonomamente quale sarà il soggetto che vorrebbe vedere esposto alla parete di casa. Se si tratta, però, di un collega che non sei mai andato a trovare a casa, come sapere se ci sarà posto per una cornice? E per complicare la cosa ancor più, non è detto che tu sappia quale sia l’arredamento che preferisce. Per evitare situazioni imbarazzanti, perché non regalarle un portaritratti, preferibilmente nello stile più neutro e discreto a disposizione? Sarà un regalo poco appariscente, che non costringerà la persona che lo riceve a trovargli un posto definitivo e a trovare un'immagine abbastanza grande da incorniciare: è davvero poco probabile che non sia abbia da qualche parte una foto in formato standard da poter incorniciare immediatamente o comunque una foto che si ha voglia di far sviluppare per usare il regalo subito. Più la cornice che si regala è piccola, meno rischi ci saranno che resti vuota!

Per gli appassionati di storia e di annedoti

Appassionati di storia e di aneddoti: il resto della pagina è per voi!

È difficile immaginarsi una cornice, senza associarla immediatamente non solo a un’opera, ma anche a una parete. O piuttosto: è a questo che il Rinascimento ci ha abituati. Se fai parte di coloro a cui piace ammirare vecchi dipinti di scene d'interni e individuare i “quadri nel quadro”, avrai notato sicuramente che sono tutti appesi alle pareti. L’amante dei dettagli si renderà conto che nei saloni settecenteschi e ottocenteschi, cominciano ad apparire cornici più piccole che abbelliscono tavolini, scrivanie e le mensole dei camini. Ma cosa incorniciavano? Certamente non ancora delle foto se la scena era stata dipinta nei primi decenni del secolo scorso, ma piuttosto un tipo d’arte decorativa tipico dell’epoca: la miniatura.

Mini e miniatura

Più sopra abbiamo affermato che è soprattutto con la diffusione della fotografia che le cornici più piccole, quelle che si appoggiano invece di essere appese, hanno cominciato via via a moltiplicarsi. Facciamo adesso una precisazione: prima della moda della fotografia, a partire dagli anni Cinquanta del diciannovesimo secolo assistiamo a quella della miniatura, un genere le cui origini risalgono al Medioevo e che diventa presto appannaggio delle famiglie reali, per poi conquistare un pubblico più ampio a partire dalla seconda metà del Settecento. Le miniature, che l’uso voleva che dovessero poter stare nel palmo di una mano, furono probabilmente all'origine delle cornicette dotate di supporto. E proprio come la fotografia che l’ha rimpiazzata nell’Ottocento l’arte della miniatura era essenzialmente un’arte del ritratto. Comprendiamo meglio, allora, l’equivalenza semantica tra cornice da tavolo e portaritratti!

Nella parola "miniatura” non si può certo evitare di leggere “mini” e pensare che vi sia un’etimologia comune tra “minimo” e “miniatura”, soprattutto visto che in italiano contemporaneo si associa a questo termine qualunque piccolo oggetto, specialmente se è la versione ridotta di un oggetto disponibile anche in formati più grandi. In realtà si tratta di caso, poiché il termine “miniatura” viene invece da “miniare”, con il senso di “dipingere con il minium”, un pigmento rosso, composto da ossido di piombo.

Il fascino discreto della miniatura

I grandi dipinti avevano, all’epoca (e probabilmente ancora oggi), una funzione di rappresentanza. Le miniature, al contrario, erano legate alla sfera intima: erano spesso pegni d’amore o d’amicizia, che si tenevano addosso, in un portagioie per esempio, o che si esponevano negli appartamenti privati, incastonate in piccole cornici dotate di un supporto o, ancora, presentate in una collezione circoscritta da una cornice appesa alla parete. Sarebbe eccessivo parlare di una democratizzazione della miniatura nel XVIII secolo, dato che ricorrere ai servizi di un miniaturista non era comunque alla portata di tutti, diciamo quindi più correttamente che quest’arte diventò molto popolare tra le classi più abbienti. Non è stato affatto diverso nell’Ottocento per la fotografia, in qualche modo erede della miniatura.

È, d’altronde, proprio alla fine del XVIII secolo che nasce la moda del medaglione apribile, che le donne portavano al collo come un monile: tondo, ovale o a forma di cuore, conteneva una miniatura (o, più tardi, una fotografia) della persona amata e spesso anche una reliquia di qualche tipo, ad esempio i capelli. Ed è forse il medaglione e la cerniera, che ha ispirato l’invenzione della cornice a doppio vetro, un altro classico della decorazione delle superfici piane.

L’arte della miniatura non è stata dimenticata a causa dell’apparizione della fotografia: anche se relativamente raro, il mestiere di miniaturista è sopravvissuto fino ai nostri giorni. Se sei alla ricerca di un bel soggetto di piccole dimensioni, concediti la gioia delle creazioni dei miniaturisti contemporanei, che lungi dal vivere nel passato e nella nostalgia, sanno aggiungere un tocco moderno alle loro opere. E se invece è proprio quel senso di nostalgia che stai cercando nella miniatura, non esitare a chiedere a un antiquario: non ne sarai certamente deluso! Se preferisci, potrai anche sfidare le convenzioni e creare una miniatura tutta tua. Le possibilità sono innumerevoli e, a prescindere da quanto suggerito dal suo nome, ci sono tantissime cose che si possono mettere in un portaritratti.

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